domenica 11 dicembre 2011

L'ingenuità

In quest'epoca di scaltrezza e di cinismo (oserei parlare di impero del cinismo) rivendico per me l'ingenuità. Quella di un personaggio di Robert Walser, poeta che muore addormentandosi nella neve nei Fratelli Tanner, o quella di Paolo, protagonista di un romanzo incompiuto di Federigo Tozzi, che crede di aver vissuto dentro le gocce di pioggia o di essere stato un raggio di sole. "Io ho perduto la mia anima dentro alcuna pianta…" dice ancora, oppure: "Io mi sono dimenticato parecchie volte. Quando la mia coscienza è riapparita, ho trovato un nuovo individuo che ho dovuto studiare." (Paolo. Adele, Vallecchi, Firenze, 1995).
Di candore disarmante è anche questa frase di Mircea Cartarescu: "… non sapevo che un giorno avrei mollato tutto per realizzare il mio eterno sogno: una sedia, un tavolo e un letto in una mansarda, dove avrei vissuto, aureolato di solitudine, una vita non terrena." (Abbacinante, Voland, Roma 2003).

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