domenica 10 giugno 2012

Arte e società

Brano tratto dall'articolo "Interpretazione come costruzione" di Mario Farina

"In un saggio letterario scritto alla fine degli anni Cinquanta, Adorno dimostra l'importanza di un Discorso su lirica e società. La società, infatti, viene riconosciuta come l'impulso primario dell'arte, come il suo contenuto oggettivo. (...) Ma nella lettura adorniana l'arte non si limita - come voleva Lukàcs - a rispecchiare, a riprodurre in negativo la realtà sociale, bensì in virtù della sua costituzione autonoma enuncia ciò che viene celato dalla configurazione empirica della società: 
' ... l'arte, che come la conoscenza riceve tutto il suo materiale e in definitiva tutte le sue forme dalla realtà, e precisamente dalla realtà sociale, per trasformarle, è irretita dalle sue inconciliabili contraddizioni. La sua profondità si misura dalla sua capacità di sottolineare, attraverso la conciliazione che la sua legge formale fa delle contraddizioni, la loro reale inconciliatezza.' (T.W. Adorno, Note per la letteratura).
Le contraddizioni della società sono, quindi, il vero e proprio impulso dell'arte. Il lavoro dell'arte perciò è quello di rielaborare questa scissione interna al reale e mostrare ciò che non è possibile vedere nella struttura oggettiva della società, ossia il fatto che la sua unità è segnata dalla contraddizione. L'arte pertanto offre all'inconciliabilità sociale una struttura formalmente conciliata e, grazie a questa, indica la possibilità di interpretare ciò che la società nasconde: le sue fratture. In questa dinamica è possibile leggere il rapporto che Adorno stipula tra arte e sogno e che avvicina l'interpretazione adorniana al processo dell'Interpretazione dei sogni elaborato da Freud. (...) In Introduzione alla psicoanalisi - passaggio più volte citato da Adorno - Freud afferma che la materia dell'attività psicoanalitica è spesso costituita da quelli che egli chiama rimasugli del mondo dei fenomeni. I lapsus, gli atti mancati, i sogni: questi scarti, questi residui, formano il materiale dell'interpretazione. Il testo su cui l'interprete deve esercitare il proprio lavoro non è costituito dunque da elementi significativi che ne garantiscono il senso, bensì da frammenti distorti per i quali bisogna costruire una configurazione nuova, senza che il risultato dell'interpretazione vada inteso come il senso dell'enigma."
"L'oggetto freudiano si offre all'interpretazione come un testo inaccessibile da costruire. Testo, perché l'oggetto si dà in un lavoro di interpretazione; inaccessibile, perché è un testo non semplicemente estraneo, o nascosto, ma irriconoscibile nella sua dimensione di senso: ed è quindi da costruire, non da ricostruire," secondo le parole di Silvia Borutti (Teoria e interpretazione. Per un'epistemologia delle scienze umane, Guerini e associati, Milano 1991).
Nell'idea freudiana d'interpretazione Adorno trova dunque una metodologia in grado di evitare l'assunto ontologico dell'ermeneutica, che rimandi a un mondo dotato di senso.

Costruzioni psicoanalitiche, n 23, Milano, maggio 2012