domenica 9 febbraio 2014

Splendidi tessuti sintattici

Antonio Lobo Antunes, Che farò quando tutto brucia? (2001, Feltrinelli, Milano 2004)

"- Tuo nipote nonnina 
mia nonna nel salotto buio coronata di immaginette e di candele mi allungava le orecchie e mi aumentava i denti, avrebbe finito per divorarmi e per sparpagliarmi a terra come fanno i maiali, le dita smettevano di colpo intrecciandosi in grembo, una domanda polverosa si faceva strada tra i fazzoletti neri
vestita a lutto fino all'anima
- quale nipote figliola? 
rivolgendosi non a mia madre, a un pollo che si frugava sotto le ali con una frenesia di calcinaccio, le palme delle mani separavano tenebre, desistevano
- quale nipote figliola?
mentre mi ricomponeva il profilo con gesti affrettati, se abitassi a Bico da Areia correrei più veloce degli infermieri, dei cavalli, mia nonna cercava mia madre, le misurava il volto con i pollici 
- sei dimagrita Judite
un giorno o l'altro vado a trovarla al paese fra gli olmi, sfuggendo alle ortiche, ai topi, i suoi occhi mi indovinano i passi senza udirli, le dita impastavano il vuoto incuriosite, si diceva che il mio defunto nonno apparisse di notte con la zappa in resta
- Camélia 
alzando il coperchio delle padelle con la fame dei morti e l'alito ammuffito, desideravamo vivere, non riuscivamo a fuggire e tutto tranquillo intorno, la maestra passeggiava sulla strada del cimitero dopo scuola, api e ancora api nei tronchi dei pioppi, mia nonna alla zappa
- Non verrai mica a rubare, vero?
non vengo a derubarti nonna…" (pagg 18-19).
Ampio esempio di flusso di coscienza (ininterrotto per tutto il romanzo) intarsiato da frammenti di dialoghi ricordati, riportati frammezzo ai pensieri; stream of consciousness intagliato, arabescato, nuovo.