martedì 30 dicembre 2014

Frammenti di poesie di Emilio Villa

Nel 2014 si è celebrato, senza molta enfasi, il centenario della nascita di un poeta rimasto clandestino nel Novecento, poco conosciuto. Pubblico qui qualche frammento di alcune sue poesie, tratte dal volume che vorrebbe riportare un po' di giustizia e renderlo maggiormente noto (Emilio Villa, L'opera poetica, L'orma editore, Roma 2014).



Mattina d'arancio e sorda
Fonda mattina colore dell'arancio
che frangia il visibilio delle ombre,
che non scosta foglia o nota delle trebisonde,
che non disgiunge sole da gelo, grato consiglio

che le guardie notturne, apposta
in borghese, le mani brutte d'olio
pesante, le palpebre un po' accese,
lì tra il lasco e il fosco vanno via:

e che io vado a mettere le semenze dell'uragano
nella terra dei vasi sul terrazzo, mortali
le semenze dell'uragano, ci vuo spirito
dei Lambri per disinfettarsi

e che cospargere d'olio e di linosa i corridoi
congregamini, mentre i postini preparano la posta
e sfogliano a memoria volti e strade, poi…
fonda mattina color d'arancio e stagno

è l'ora che le signorine d'Italia escon dal bagno,
i cuori s'accendono, uno per uno, presso i lavabi,
e alle ringhiere battono i materassi, e sui veroni
l'acqua urbana monta adagio

come sarebbe bella l'angela di Thyatyra,
oppure quella di Smirne, con le trecce giù,
e le odierne vergini del cinema italiano
facessero pipì sui marciapiedi

venerdì 26 dicembre 2014

Sul romanzo epistolare

Intervista a Tiziano Colombi

- Com'è nato il tuo ultimo libro, Tua, Marguerite Yourcenar? Quest'epistolario inventato di una notissima scrittrice ha richiesto una lunga fase preparatoria, documentaria?

- Questo libro è un vecchio libro, concepito e scritto tra il 2003 e il 2008, anni in cui stavo disperatamente cercando una via per la scrittura. Disperatamente, in quanto lavoravo a tempo pieno in un ufficio commerciale e riuscivo a difendere, come la protagonista del romanzo, pochissime ore di concentrazione dai predoni del tempo. Ricordo con esattezza, e una certa commozione, alcune letture svolte segretamente negli archivi della fabbrica, o in auto, prima di un appuntamento di lavoro, cui andavo sempre con largo anticipo per potere appunto leggere e scrivere l'epistolario immaginario.
Il romanzo ha richiesto effettivamente alcuni anni di gestazione, di revisioni, di riletture.
Devo qui ringraziare due persone fondamentali, due donne straordinarie: l'artista Giosetta Fioroni (di cui il bellissimo disegno Fascino del 1969 in copertina) che lo ha letto e apprezzato per prima e direi unica nella prima stesura del 2008 e Laura Brignoli (docente di letteratura francese allo Iulm e yourcenariana) che nel 2008, dopo aver letto e corretto il testo, mi ha proposto di presentarlo al seminario annuale degli yourcenariani di Cerisy La Salle, in Normandia (un luogo meraviglioso dove si sono trovate generazioni di intellettuali francesi: da Flaubert a Saint Beauve a Sartre); ma soprattutto ha atteso l'incontro con un editore (Emanuela Zandonai) che ha deciso di pubblicarlo; molti altri lo avevano letto e respinto, suggerendomi di riscriverlo in prosa, perché il romanzo epistolare è un genere che non vende.
L'incontro con Emanuela Zandonai è stato determinante in quanto mi ha spinto, come sempre accade nel momento in cui si passa dal dattiloscritto alle bozze definitive, a mettere a fuoco i dettagli, le incongruenze, a fare alcune scelte, rinunce, talvolta dolorose.

sabato 13 dicembre 2014

Cara Virginia, tua Marguerite

Un romanzo epistolare di Tiziano Colombi

Sebbene per Tiziano Colombi Tua, Marguerite Yourcenar (Zandonai, Rovereto 2014) sia già il quarto libro, a me pare che si possa considerare il suo romanzo di formazione, scritto in effetti diversi anni fa. Un singolare romanzo di formazione, in cui la figura dello scrittore che cerca se stesso viene spostata in un altro tempo e in un'altra identità, identità per una volta femminile (il che è di per sé un piccolo fatto straordinario per le nostre Lettere e per il nostro Paese notoriamente maschilista, da festeggiare con gioia). Qui il giovane autore s'identifica con la celebre scrittrice, mettendone in luce gli aspetti meno conosciuti: il lato emotivo, passionale, volubile di quando era una giovane donna dai costumi molto liberi, attratta sia da donne sia da uomini, grande viaggiatrice, apolide, inquieta, non ancora famosa. Ma l'identificazione con una donna scrittrice non è l'unica eccezionalità di questo lavoro raffinato, brillante, ricco di suggestioni, pubblicato ancora una volta, come tante opere insolite e non banali dei giorni nostri, da un piccolo editore, Zandonai (ci sarebbe il precedente dell'americano Michael Cunningham, Le ore, Londra 1999, tradotto da Bompiani, dove l'autrice di riferimento era Virginia Woolf, ma eravamo appunto in area anglosassone). Voglio credere che ci troviamo di fronte a un romanzo epistolare, non semplicemente a un epistolario inventato. Il genere romanzo epistolare, una delle radici del romanzo moderno, in gran parte trascurato e dimenticato nell'era di internet, rivisse ancora non molto tempo fa per esempio nell'Anonimo lombardo di Arbasino e mi pare giusto torni a vivere ancora in qualche modo. Perché ritengo che questo epistolario frutto d'immaginazione sia proprio un romanzo? Il lavoro dell'immaginazione più che quello della raccolta documentaria s'insinua fra il detto e il non detto, l'accennato, il desiderato, sempre con grande freschezza e sensibilità. Sono tratteggiati con decisione i caratteri dei personaggi, almeno i due principali, Marguerite e Grace: passionale, mutevole e tormentata l'una; devota ma non scialba l'altra. Queste lettere fra donne innamorate o amiche o confidenti riescono a esprimere il brio, il tormento, talvolta la pena di scritti autentici.