Ho tolto il relitto dal giardino, mamma
impediva all'erba di crescere
questa è la mia casa
qui ci sono i miei figli
ho aperto il cancello e l'ho lasciato andare
E' difficile costruire un cancello,sai?
Ancora più che metterci dietro una casa
che sia la tua casa
senza lavoro non c'è mutuo
ma per questa mia casa
c'è voluto un muto lavoro
è stato quello
che mi ha insegnato a parlare.
La
poesia nasce da un momento di sollievo perché l'io del poeta pare essersi
liberato di un peso: il relitto che impediva addirittura all'erba di crescere non c'è più, l'io narrante ha forse trovato il modo di metterlo
fuori dal cancello ("lasciato andare" è ben detto poiché allude
anche a una vita e volontà propria che il relitto ancora possiede).
Il
cancello inizialmente viene mostrato aperto, ma nei versi successivi la
situazione sembra ribaltata: il cancello acquista valore per la sua funzione
difensiva per casa e figli (il relitto potrebbe anche tornare
indietro? qualche altra minaccia potrebbe profilarsi all'orizzonte?). Il
cancello passa in primo piano rispetto alla casa stessa, il che fa pensare
che la posizione difensiva per l'autore sia molto importante, insomma sia la sua
posizione, con un cancello difficile da costruire, una difesa che gli si
presenta difficile giorno per giorno.
La
poesia aperta dalla leggerezza di quel cancello che si apre e di quella cosa
pesante in giardino che esce come in volo, nella seconda parte è piegata da un
senso di pesantezza, veicolato dal tema del lavoro, del mutuo, delle fatiche
quotidiane.