domenica 27 giugno 2021

"Leggendaria" maggio 2021: trafiletto dedicato a Trilogia della scomparsa

Giocare con il realismo

Roberta Salardi

Trilogia della scomparsa:

Il corpo della casa -

Doppio diario – Nell’altra stanza

Effigie, Pavia 2020

352 pagine, euro 25

 

Eccoci di fronte a

un’opera inattesa,

una fortuna che

capita di rado. Di co-

sa tratta, cosa racconta

Trilogia della scomparsa?

Opera complessa, intensa

e problematica questa di

Roberta Salardi. La forma

scelta è quella del diario o

dei diari, attenzione però

alle differenze. L’opera

è affascinante perché

accidentata, succede e non

succede, è e non è. Non

teme di allontanarsi dalle

forme del realismo e con

il realismo però sempre

giocare; fa apparire quello

che è imprevedibile, porta

su strade sconosciute, non

lascia mai il lettore troppo

comodamente sprofonda-

to nelle sue certezze, gli

chiede di mettersi in gioco,

anche se giocare ha un

costo.

I personaggi femminili

creano realtà, le racconta-

no e subito dopo le fran-

tumano, è vero questo o è

vero quello? Forse la verità

sta da un’altra parte. E non

fidiamoci neppure troppo

dei nomi che dovrebbero

fare personaggio o per-

sonaggia. Le due sorelle

scrivono diari fantastican-

do, s’inventano storie e ci

cascano dentro. Perché di

solito si scrive un diario?

Per ritrovarsi, per stabiliz-

zarsi, per cercare di capire,

ma i diari di Martina e

Fabiola fanno altro. Questo

nella prima e seconda par-

te della trilogia. Nella terza

parte Andrea, un giovane,

cerca di far meglio facen-

dosi aiutare da scrittori e

autori conosciuti a scuola e

letti anche dopo. I risultati

non sembrano infine per

lui e per noi così rassicu-

ranti.

Il primo romanzo della

trilogia, Il corpo della casa,

subito ci affascina per

come la scrittura ci con-

duce pur avendo a che fare

con frammenti, allusioni

e appunti. Si incontrano

persone reali e inventate;

inevitabile il probabile in-

contro con i morti perché

«loro forse hanno pietà di

noi e ogni tanto ci vengono

a trovare».

Nel secondo romanzo,

Doppio diario, troviamo

Fabiola, però nello stesso

diario scrive anche sua

figlia Virginia che po-

trebbe sembrare la tipica

adolescente arrabbiata

con la madre; lei commen-

ta, ha da ridire, si mostra

soprattutto consapevole e

preoccupata dell’attuale

stato del pianeta. È questo

uno dei temi centrali della

trilogia.

Nella terza parte, ecco An-

drea: ha avuto un inciden-

te, sua madre malata, lui

giovane che qualcosa vuol

fare ed essere. Si occupa

e preoccupa soprattut-

to di filosofia, dialoga e

discute con un suo amico

che si chiama anche lui

Andrea, pensano a un

mondo diverso. La madre

muore, così ci racconta

Andrea, ma anche a lui non

dobbiamo sempre crede-

re: inaffidabili forse tutti

questi estensori di diari,

logorati da forme di follia

più o meno passeggera che

sembra voler soffiar via le

loro e nostre certezze.

C’è un ordine in

quest’opera, ci sono

richiami, riferimenti,

niente sembra lasciato al

caso. L’autrice ha lavorato

molto, senza però mai voler

dare ai lettori un filo per

poter percorrere con una

certa sicurezza i labirinti

della mente e del mondo

nel quale stiamo. Scrivere

libri come questo vuol dire

avere anche molta fiducia

nella letteratura, in quello

che può ancora essere.

Non salverà il mondo la

letteratura, non salverà

neppure noi singolarmente

presi, però qualcosa

abbiamo, lo sentiamo

leggendo. Quest’opera

non ci lascia soli e, come

diceva Leopardi «par che

s’ingrandisca l’anima del

lettore».

Viviamo in un gran brutto

momento, e non sto solo

parlando di virus più o

meno maligni; non si può

continuare a raccontare

facendo finta di niente,

devono cambiare i modi e

i percorsi della narrativa:

questa Trilogia della

scomparsa mi sembra un

interessante esempio.

Claudia Zaggia


Articolo pubblicato sul numero 147 della rivista "Leggendaria" (maggio 2021) a firma di Claudia Zaggia 

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