lunedì 7 ottobre 2013

Il canto delle sirene

Sono d'accordo con Adorno della Teoria estetica: la letteratura è il canto delle sirene: l'evocazione di tutto quello cui abbiamo dovuto rinunciare nel patto sociale e negli adattamenti legati alla sopravvivenza. L'evocazione del dolore legato al disagio nella civiltà. Uno scrittore degno d'attenzione deve saper muovere l'acqua del mare, deve far udire il canto delle sirene.
Nella rilettura di Jameson, "evocando il dolore e la contraddizione di quella rimozione del sé e della natura che la dialettica dell'Illuminismo pone come prezzo dell'autoconservazione, Adorno e Horkheimer descrivono la duplice soluzione di Ulisse, la doppia e reciprocamente contraddittoria possibilità di salvezza" (Tardo marxismo, Manifestolibri, Roma 1994, pp 146-147). Ai lavoratori vengono tappate le orecchie, un po' come agli animali da soma vengono messi i paraocchi, mentre chi è dispensato dal lavoro, chi ha dei margini di tempo libero e di libertà per percepire anche ciò che sta intorno s'impone da sé, per educazione e necessità sociali, vincoli e limiti da non superare per non essere travolto. La fruizione artistica deve essere tenuta a distanza, sotto controllo. Inoltre godimento artistico e lavoro manuale si separano all'uscita dalla preistoria.