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lunedì 19 dicembre 2011

Pomodori verdi

Si constata a volte questo fenomeno: il romanzo che si sta leggendo suscita sorpresa e interesse fino circa a metà del libro (o anche meno) dopodiché diventa materiale di consumo schiacciato su modelli massmediatici. Sono romanzi che iniziano bene, promettendo molto, sospinti da una buona idea, ma che rapidamente perdono vento in poppa, si arrestano nella bonaccia o addirittura non sanno più dove andare a parare, si trasformano in qualcosa tipo un fumetto o la sceneggiatura di un film di cassetta.
Prendiamo per esempio Sirene di Laura Pugno. Convince fin da subito la variante  del mito delle sirene, che le reinterpreta come animali da macello, donne-animali da sfruttare fino all'ultimo come appartenenti a una specie inferiore. Considerato l'uso che viene fatto oggi dell'immagine del corpo della donna e il peso più che millenario di sfruttamento che grava sulle spalle femminili, quest'identificazione della donna con animali da sfruttare non poteva trovare forse una rappresentazione simbolica più brillante, collocando la figura della donna nel più vasto archetipo di Madre Natura, con tutte le connotazioni animaliste, antispeciste, ecologiste che ne conseguono. Vengono così saldate insieme implicitamente varie giuste rivendicazioni.