martedì 9 ottobre 2018

Intervista a Viola Lo Moro della libreria Tuba di Roma


Viola è una delle organizzatrici di Inquiete, festival di scrittrici a Roma, al suo secondo anno.


In una giornata ventosa, mutevole, che si addice al titolo di questo festival di scritture, venerdì 5 ottobre 2018, domando a Viola…
-          Perché Inquiete?
-          L’inquietudine è la condizione generatrice sia della scrittura sia della lettura. E’ un momento generatore di possibilità. Il termine ‘inquiete’ fa riferimento all’irrequietezza ma contiene in sé anche la quiete. Si può leggere pure così: in-quiete. La quiete non è al di fuori del discorso. E’ uno degli esiti possibili.
-          Mi pare che abbiate cercato di mantenere, come l’anno scorso, una certa attenzione alla varietà degli editori, grandi, medi e piccoli. Accanto a Mondadori ed Einaudi compaiono anche Chiarelettere, definito medio, o Jacobelli, piccolo.
-          C’è molta Einaudi, ce ne siamo accorte strada facendo… Sì, comunque abbiamo cercato di considerare anche i medi e i piccoli. La questione dei medi editori è che spesso sono assorbiti dai grandi e fanno parte pure loro di grandi gruppi. In ogni caso abbiamo cercato di compensare la preponderanza dei medio-grandi con tre sezioni dedicate alle esordienti. La scelta e la preparazione dei momenti incentrati sugli esordi è avvenuta grazie alla collaborazione fra SIL (Società Italiana delle Letterate) e la libreria Tuba.

-          In una città grande come Roma, in cui non mancheranno iniziative a favore delle arti, da chi vi siete sentite più sostenute nella vostra proposta di un festival letterario, non so… Comune, biblioteche, scrittrici, editori…?
-          Può sembrare strano ma l’offerta culturale non sempre è soddisfacente come si potrebbe supporre… A sostenerci durante tutto il percorso (abbiamo visto già lo scorso anno), anche nei momenti cruciali di cambiamento di palco, sedie eccetera, è stata la biblioteca del quartiere Pigneto, che fa parte delle biblioteche comunali di Roma, e l’intera rete delle biblioteche cittadine. Accanto ad esse gli spazi autogestiti dell’Angelo Mai e di Lucha y Siesta. Inoltre ci hanno aiutate, soprattutto finanziariamente, alcuni privati, come piccoli parrucchieri della città, e altri privati.
-          Caffetteria e libreria… chi vince? Si vendono più caffè o più libri?
-          Le due attività non sono da contrapporre. La nostra libreria è nata dieci anni fa coniugando fin da subito l’attività di vendita di libri e organizzazione di presentazioni con il servizio di caffetteria, birreria…
-          Per fortuna questa strada è pedonale e la sera si riempie di tavolini e giovani che s’incontrano per bere o mangiare qualcosa all’aperto. Fra un sorso e l'altro si sente discorrere di libri, cinema, reportage... Questo festival è considerato anche festa del quartiere, sentivo dire… Col Pigneto vi trovate sempre in ottima sintonia?
-          Il quartiere Pigneto ci aiuta da quando siamo nate. Sentiamo molto quest’appartenenza. Lo scambio è reciproco e favorevole a tutt*.

Ho acquistato il libro di una esordiente, Maestoso è l’abbandono di Sara Gamberini (Hacca edizioni, 2018). Due frasi tratte da questo romanzo: "A me bastano pochi elementi, essenziali, non complicati, piccole felicità inequivocabili. Qui c'è un tavolo, sopra c'è un gatto e fuori piove, il gatto annusa la mia mano, non bisognerebbe dimenticare che prima di ogni cosa siamo stati accarezzati..." (pag 52); "Lorenzo mi sembrava soddisfatto delle nostre parole, le confezionavo di notte, andavano cotte a lungo e versate in un vasetto trasparente, chiuse con un tappo ermetico e poi lasciate raffreddare. La mattina erano pronte, avevano il colore delle fragole e un sapore indicibile." (pag 141). 




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