Mariano
Baino, più noto come poeta, ha pubblicato anche due romanzi da piccoli editori:
L’uomo avanzato (Le Lettere, Firenze
2008) e Dal rumore bianco (ad est
dell’equatore, 2012). Come scrittore non viene quasi mai citato, ricordato. E’
come se non esistesse, come se non avesse mai scritto nulla.
“Caro
Andrea, mi trovo da tempo, come sai, in Argentina meridionale, in una specie di
esilio volontario,” scrive in una lettera al critico Andrea Cortellessa, raccolta
nel volume La terra della prosa (L’orma
editore, Roma 2014). “La Disneyland culturale o il videogame in cui ci troviamo
ormai da tempo fanno sì che una prosa che cerchi un po’ di stabilità narrativa,
così come una prosa tutta scorci, ellissi, rimbalzi temporali, così come
ovviamente la poesia, sono inesorabilmente e parimenti cultura tipografica e
veteromassmediale (…) In ogni caso, io continuo a sperimentare, e i miei
romanzi pretendono di essere gli eredi anche dell’antiromanzo (…) Altro
discorso, direi, è la buona salute del romanzo
da supermercato. Ma se sono dove sono, in Patagonia, è anche per fuggire dagli editor e da certa fiction. Poesia, romanzo o forme di scrittura più scalene sono tutti insieme la mia
gioia-dolore del narrare. Un narrare anomalo, magari.”
Mariano Baino è uno scrittore notevole, quasi gaddiano per la ricchezza corposa della lingua. Non si capisce proprio perché non abbia potuto pubblicare da editori in grado di farlo conoscere maggiormente.
Mariano Baino è uno scrittore notevole, quasi gaddiano per la ricchezza corposa della lingua. Non si capisce proprio perché non abbia potuto pubblicare da editori in grado di farlo conoscere maggiormente.
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