Dev'essere
un po' come prendere la seggiovia: staccarsi da terra stando comodamente
seduti, con posto singolo però, un posto solo per te; non come in aereo dove ci
sono tanti posti. La maggior parte di noi deve compiere a piedi i percorsi in
salita, impiegando tempo e fatica per raggiungere la meta. Qualcuno invece
improvvisamente si trova in seggiovia, è baciato dalla fortuna, il destino viene
mutato miracolosamente per intervento di qualche deus ex machina, il cui nome
resta nell'ombra. E' raro che gli scrittori scendano nei particolari di come è
avvenuta la loro pubblicazione decisiva, quella che li ha resi famosi. Un
giorno il libro appare in libreria e questo è tutto ciò che vi è da sapere.
Forse maggiori dettagli emergeranno in una futura biografia in caso di autori
passati alla storia.
Ecco,
penso che così avvenga per quasi tutti gli scrittori. Improvvisamente
pubblicano, sono baciati dalla fortuna. Nessuna parola sul deus ex machina.
Suona
poco condivisibile quanto afferma Ornela Vorpsi, autrice di origine albanese
pubblicata subito da Einaudi, in un'intervista in cui accenna allo stato di
tranquillo isolamento dello scrittore rispetto alla vita molto più affannosa e
movimentata dell'artista visivo, che deve darsi da fare per trovare sponsor,
galleristi, critici che lo sostengano ("Mi sono messa per caso a scrivere
e mi sento sempre più felicemente
inghiottita da questo processo creativo che mi permette di ricercare da
sola, senza dover correre e incontrare dei commissari d'arte contemporanea che
fanno e disfanno gli artisti a loro piacimento. Nella scrittura la solitudine è
totale, e a me va benissimo, anzi mi è molto salutare." La terra della prosa, L'orma editore,
Roma 2014, p 539). Viene da pensare che nel suo caso specifico o, divenuta già
famosa come artista non ha dovuto replicare il lavoro di pr nella stessa misura
per l'arte della scrittura, oppure qualche contatto nel mondo dell'editoria avvenuto
per caso le ha risparmiato tutta una trafila di piccole pubblicazioni per
piccoli editori, articoli su rivista, brevi saggi o altro, attraverso cui passa
più di uno scrivente per farsi conoscere.
Come
avvenne quello che si può considerare il mio esordio (preceduto comunque da
altre piccole pubblicazioni prive di regolare registrazione o di
distribuzione)? La mia pubblicazione con Effigie, piccolo editore, della
raccolta di racconti Regressioni
avvenne così.
Nel
corso degli anni novanta erano stati stampati alcuni racconti sulla rivista
letteraria "Nuova prosa". Partecipando a una presentazione di questa
rivista tenutasi nel centro sociale di Conchetta, conobbi Toni Fachini, autrice
pubblicata sullo stesso quadrimestrale. Alla presentazione del primo libro di
Toni, al salone del libro di Torino nel 2005, chiesi all'editore Giovannetti se
potevo mandare in lettura i miei racconti. Ricevutili, Giovannetti rispose che
lo interessavano e che sarebbero stati pubblicati. Più volte rimandata,
l'edizione apparve nel 2010. Nel frattempo erano usciti diversi miei scritti
(racconti o articoli su letteratura e attualità) su riviste cartacee e on-line.
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