martedì 22 luglio 2014

Andare a piedi o in seggiovia

Dev'essere un po' come prendere la seggiovia: staccarsi da terra stando comodamente seduti, con posto singolo però, un posto solo per te; non come in aereo dove ci sono tanti posti. La maggior parte di noi deve compiere a piedi i percorsi in salita, impiegando tempo e fatica per raggiungere la meta. Qualcuno invece improvvisamente si trova in seggiovia, è baciato dalla fortuna, il destino viene mutato miracolosamente per intervento di qualche deus ex machina, il cui nome resta nell'ombra. E' raro che gli scrittori scendano nei particolari di come è avvenuta la loro pubblicazione decisiva, quella che li ha resi famosi. Un giorno il libro appare in libreria e questo è tutto ciò che vi è da sapere. Forse maggiori dettagli emergeranno in una futura biografia in caso di autori passati alla storia.
Ecco, penso che così avvenga per quasi tutti gli scrittori. Improvvisamente pubblicano, sono baciati dalla fortuna. Nessuna parola sul deus ex machina.

Suona poco condivisibile quanto afferma Ornela Vorpsi, autrice di origine albanese pubblicata subito da Einaudi, in un'intervista in cui accenna allo stato di tranquillo isolamento dello scrittore rispetto alla vita molto più affannosa e movimentata dell'artista visivo, che deve darsi da fare per trovare sponsor, galleristi, critici che lo sostengano ("Mi sono messa per caso a scrivere e mi sento sempre più felicemente  inghiottita da questo processo creativo che mi permette di ricercare da sola, senza dover correre e incontrare dei commissari d'arte contemporanea che fanno e disfanno gli artisti a loro piacimento. Nella scrittura la solitudine è totale, e a me va benissimo, anzi mi è molto salutare." La terra della prosa, L'orma editore, Roma 2014, p 539). Viene da pensare che nel suo caso specifico o, divenuta già famosa come artista non ha dovuto replicare il lavoro di pr nella stessa misura per l'arte della scrittura, oppure qualche contatto nel mondo dell'editoria avvenuto per caso le ha risparmiato tutta una trafila di piccole pubblicazioni per piccoli editori, articoli su rivista, brevi saggi o altro, attraverso cui passa più di uno scrivente per farsi conoscere.

Come avvenne quello che si può considerare il mio esordio (preceduto comunque da altre piccole pubblicazioni prive di regolare registrazione o di distribuzione)? La mia pubblicazione con Effigie, piccolo editore, della raccolta di racconti Regressioni avvenne così.

Nel corso degli anni novanta erano stati stampati alcuni racconti sulla rivista letteraria "Nuova prosa". Partecipando a una presentazione di questa rivista tenutasi nel centro sociale di Conchetta, conobbi Toni Fachini, autrice pubblicata sullo stesso quadrimestrale. Alla presentazione del primo libro di Toni, al salone del libro di Torino nel 2005, chiesi all'editore Giovannetti se potevo mandare in lettura i miei racconti. Ricevutili, Giovannetti rispose che lo interessavano e che sarebbero stati pubblicati. Più volte rimandata, l'edizione apparve nel 2010. Nel frattempo erano usciti diversi miei scritti (racconti o articoli su letteratura e attualità) su riviste cartacee e on-line.

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