In
diverse occasioni recenti sono stata colpita da un'evidenza: il tavolo dei
relatori di eventi culturali certamente considerati di sinistra,
antagonistici o comunque politically correct era tutto al maschile, senza
l’ombra neppure di una donna. Mi si è offerta così banalmente l'occasione di constatare un dato molto reale, molto significativo, lampante. In più, con una punta di dispiacere, si poteva rilevare quanto la cosa apparisse normale, di nessun particolare
significato, tanto da non essere minimamente camuffata.
Ecco
gli esempi che mi sono capitati sotto gli occhi nella
metropoli milanese.
Teatro
1, sabato 23 marzo 2013 ore 15.00: festa di Nazione indiana e del Primo amore,
“dieci anni fuori dalla pozzanghera. Fare rete, fare blog”. Intervengono Mario
De Santis, Gianni Biondillo, Jan Reister, Sergio Baratto, Giuseppe Zucco. Si
tratta soltanto di uno dei dibattiti interni alla manifestazione, ma tant’è.
Piazzale
Archinto, domenica 26 maggio 2013 ore 18.00: “festival della libreria diffusa”.
Sul tema della città in trasformazione intervengono Gianni Biondillo, Giorgio
Fontana, Paolo Cognetti, Francesco Bianconi, Fabio Pravettoni, Marco Garofalo;
moderatore Paolo Maggioni.
Macao,
spazio occupato per le arti e la cultura, sabato 15 giugno 2013 ore 15.00: tavola
rotonda su “scelte editoriali e immaginari culturali alla prova del mercato”.
Intervengono Pino Tripodi, Andrea Staid, Federico Di Vita, Paolo Canton, Guido
Duiella, Massimo Roccaforte, Marco Cassini; moderatore Andrea Coccia.
Non nego che i tavoli fossero interessanti; non è questione di contenuti ma di soggetti deputati a parlare. A chi è data la voce? Per chi è lo spazio della cultura, che va sempre più restringendosi in tempi di crisi?
Non nego che i tavoli fossero interessanti; non è questione di contenuti ma di soggetti deputati a parlare. A chi è data la voce? Per chi è lo spazio della cultura, che va sempre più restringendosi in tempi di crisi?
Fino
a pochi anni fa nei dibattiti, negli interventi pubblici, inserivano almeno una
presenza femminile per salvare le forme, anche se alcune volte compariva solo come elemento estetico-decorativo.
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