La musica, il cinema, l'arte
figurativa attirano molti più fan della letteratura; sono considerate arti più
empatiche, più immediate, e sono più amate. La letteratura è più strettamente
legata al logos (logos in greco =
parola, ma anche pensiero, ragione).
Prima ci furono le immagini e i
suoni. Un'immagine, un suono ci colpiscono subito; una parola richiede più
tempo per essere decodificata. Anche quando, per esempio, in una pagina si
rompono le dighe della razionalità e viene dato libero corso al flusso di
coscienza, anche quando il controllo razionale pare meno evidente, la lettura
presuppone il "penoso", "faticoso", talvolta addirittura lo
"spinoso" processo del pensare. Si trovano a questo proposito diversi
passi interessanti nel volume di Didier Anzieu, Il pensare. Dall'Io pelle all'Io pensante (Borla, Roma 1996).
"Secondo la psicoanalisi il pensiero è un'azione differita. Lo scopo delle
nostre azioni è il compimento dei nostri desideri e l'ottenimento di un
piacere. L'azione è differita sino a quando non ci siano tutte le condizioni
necessarie alla sua realizzazione. Pensare, significa subordinare il principio
di piacere al principio di realtà: per questo è penoso pensare." (p 14).
Pensare, capire, leggere non
sono immediati. Sono risultato di un differimento, di uno spazio vuoto.
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