domenica 12 novembre 2017

La psicanalisi e altri costumi secondo Alessandra Saugo

Provo a pensare come poesie alcuni brani contenuti nell'ultimo libro di Alessandra Saugo, Metapsicologia rosa (Feltrinelli, Milano 2017): poesie in prosa. Immagino che come poetessa in prosa Alessandra avrebbe avuto numerosi sostenitori e recensori.
Riporto questo brano, che ben riflette un'insofferenza nei confronti della razionalità espositiva normata e consuetudinaria preferendo l'azzardo sintattico, il neologismo, la trasgressione: "Dottore, che decadente orrore, a Parigi toponimo italianizzato, non sa la lingua, degrado luogo comune ignorante, mio, dio povero, che stanca di immaginare senza avere neanche le basi, no basi, no minimo nozionismo come fare a sognarsi cose pariginamente, senza una minima fiducia, mi mancano le basi dottore, la grammatica, non ci credo neanche un po', alla grammatica parigina, la grammatica sognina, romantichina, tintinnante tritamente di pioggerellina e che c'è lui l'imperatore della pioggerellina (devi essere vorace) (e intimidita) (tramortita dalla fame) (forsennata, e cauta) (devi adorare) (devi comunicare questa fame, a me) (fammela sentire) (devi comunicare) (questa fame) (muoviti) (devo sentirti) (sull'orlo del baratro) (graziata) (devi essermi grata che ti sfamo) (ti faccio questa carità) (di carne cambiata e cresciuta e impadronita) (perché devo vedere) (i tuoi veri occhi) (me li devi consegnare) (guardami) (non nasconderti) (guardami) (anima mia) (voglio vedere) (che ti bagni gli occhi) (per me) sì, muti, guardarsi, come due ciliegi, in fiore, nella palla di vetro capovolta, del nostro microclima..." (pagg 54-55).
Il difficile ma ineludibile rapporto con lo psicanalista è il tema dominante di questo mémoir, edito da Feltrinelli fuori collana. Ho trovato acute e calzanti alcune pagine dove si descrive diffusamente l'analista, lo studio, la sala d'attesa e questioni annesse e connesse.


Qui, un frammento del faccia a faccia con lo psicoterapeuta: "... Sta lì, freddoloso. Li ascolta. Lo commuovono quel po'. Starnutisce. Sta lì catatonico. Impallidisce. Non gli fanno né caldo né freddo. Si stufa. Sta lì. Si soffia il naso. Lo attraggono. Gli salterebbero addosso. Sta lì. Si trattiene. Lo pungolano. Sta lì lo stesso. Li sopporta. Si sente utile. Lo mantengono. Si sente lo specialista. Sta lì, anche sciatto. Gli viene caldo. Fa la ruota del pavone, fa il gigione. Fa il verso del pappagallo. Asciuga le lacrime di coccodrillo. Suda. Li vuole aiutare. Fa le fusa. Ci vuole guadagnare. Sta lì. Acqua in bocca. Li ascolta. Sta lì, sobbolle. Si impenetra, si svincola, e si accorge. E allora scandisce. E poi scosta. Annuisce, e poi intasca. Sta lì. Si accavalla già che non intende, allora domanda. Tace. Può. Ma se non può, non tace. Sta lì. Pianta pali, e dopo intasca..." (pag 17).
"E chi va dallo psicanalista è un po' l'immigrato che vive di espedienti nel paese inospitale del suo cuore, ha un cuore di colore, nero tra i bianchi del bianco buon umore e della speranza nel futuro che non lo vogliono perché non si capisce niente quando parla quella lingua di colore, ed è selvatico e pericoloso, sembra solo capace di lasciarsi crepare di crepacuore, o di accoltellare." (pag 35). Non mancano sfumature critiche riguardo a questo rapporto di fascinazione: "Stramaledetta specie di chiesa che non è altro (adesso bisogna pagare cinquanta euro per prendere la candelina accenderla e metterla in mezzo a tutte le altre), sembra come un duomo in miniatura, una strutturina a pinnacoli e guglie saturnina all'osso, con la cassa."
Ci allontaniamo dall'ambito appartato del setting e lo sguardo disincantato, il commento graffiante di taglio femminista affonda su icone pop o costumi tipici della nostra società (il trucco, l'abbigliamento femminile), come quest'osservazione su Marilyn qui chiamata Merilyn: "Merilyn Monroe, o l'ultima delle spogliarelliste, non cambia. Sono figure in sorriso, in ammicco, in tuttattrattiva, in servizio, donne di servizio, sguattere più o meno divertite, più o meno disperate, che ti fanno lucido il pavimento dei tuoi desideri." (pag 83)

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