Alcuni anni fa, in occasione dell'uscita del libro in (nessuna) Patagonia, rivolsi alcune domande all'autore, rimaste senza risposta per impegni sopraggiunti.
1 Mariano, nel
tuo ultimo libro dal titolo in (nessuna)
patagonia (Ad est dell'equatore, Napoli 2014) ti consideri in esilio, ma già nell'Uomo avanzato, che racconta un naufragio su un'isola deserta, ti
accosti al tema dell'esclusione dalla società… Si può dire molto genericamente
che là il discorso sia in chiave più esistenziale, qui più politica…
2 A livello
profondo probabilmente entrambi i testi sono dettati dall'amarezza derivante
dalla contemplazione del mondo contemporaneo. Pure nell'Uomo avanzato (Le Lettere, Firenze 2008) il contesto politico mondiale, lasciato sullo
sfondo, è inquietante, da incubo. Si allude a guerre nel passato e nel futuro,
a esperimenti nucleari, a catastrofi sospese, sebbene il presente abbia
l'aspetto di una confortevole crociera…
3 Credo che tu
sia uno scrittore della solitudine moderna e postmoderna, poiché questo tema
nei tuoi testi è ampiamente modulato. Perfino nel romanzo Dal rumore bianco (Ad est dell'equatore, Napoli 2012), che si presenta attraversato da varie storie e
personaggi, il protagonista commissario Ingravoglia è modellato sull'Ingravallo
del Pasticciaccio gaddiano, un
introverso, un solitario. Fra i personaggi del libro compare anche un bambino
autistico, un'altra metafora dell'incomunicabilità (non che il personaggio di
un romanzo sia semplicemente una metafora, è un abitante del libro, ma può
assumere per noi lettori quel significato).
5 In altri punti
del libro, per esempio nelle acrobatiche pagine centrali (pagg 113-116),
animate da una punteggiatura scompigliata e cinetica, parli dell'immobilismo
della società italiana. Quali sono secondo te i suoi mali peggiori?
6 I nomi dei
Paesi sono spesso con l'iniziale minuscola, anche nel titolo. Forse per
sminuire il concetto di patria?
7 "La gente
viaggia troppo. E non si pente. La gente è come una duchessa stendhaliana. A
costo di vedere ovunque lo stesso luogo. Gli stessi luoghi. Superluoghi.
Iperluoghi. A Madrid, a Istambul, a Mumbai (o Bombay, per i nostalgici).
Hotels, ipermercati, sopraelevate, aeroporti, il Rokfeller Center l'hai visto,
tu che sei del Lazio, ma Civita di Bagnoregio, no." (pag 13). Tu invece
non hai scelto una meta turistica, non chiami la tua esperienza
"viaggio", ma esilio: ai confini del mondo, dove c'è molto deserto, ghiacciai,
musei di storia naturale. La Patagonia perché è il luogo più deserto possibile?
8 Però racconti
anche di esploratori, di donne pioniere, di indigeni sconfitti, che abitarono
quei luoghi. Ogni pezzo della Terra è impregnato di storia. Fa soffrire il
fatto che ogni brandello di storia sia pieno d'ingiustizie: contro altri uomini
o contro gli animali. Fino a che punto si può sfuggire?
9 Mi pare che tu
abbia ricevuto diversi riconoscimenti come poeta, invece come scrittore di
prose e romanzi finora ti sia mancata notorietà. Romanzi come L'uomo avanzato e Dal rumore bianco forse dovrebbero essere più conosciuti dal
pubblico, più considerati dagli editori. A che cosa attribuisci tu questa
differente considerazione?
10 In un punto-chiave
del libro inviti il lettore (e te stesso, esule volontario) a cercare dentro di
sé le forze per non disprezzare troppo il popolo dei consumisti, dei
condizionati. Ecco un brano attribuito al sociologo Cassano: "Uno dei
rischi più gravi oggi è quello di rifugiarsi in una sorta di repulsione
antropologica nei riguardi delle plebi dominate dal consumismo, sulle quali
l'egemonia non ce l'hanno più i sermoni dei chierici. ma le seduzioni
pianificate dai piazzisti…" (pagg 115-116); e ancora: "(… il
sociologo Cassano dice ai migliori di gettare lontano lo specchio che li mostra
così tanto perfettini), via a misurarsi, a rapportarsi con i molti, i più (e le
loro magagne e viziature) o la spinta morale degli ottimi non si fa, non si
farà, politica…" (pag 114).
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