In uno dei diari di Tommaso Landolfi pubblicato recentemente da Adelphi col titolo Des mois (Milano 2016) si evince l'estraneità dello stesso a qualsiasi conventicola letteraria perché, viene esplicitato, la cultura è "storia di rifiuti, di sdegni e di insoffribili tedi" e ancora: "non son più in grado di parlare con intellettuali". Condivido quasi interamente. Può accadere che due scriventi si riconoscano simili o che uno sia affascinato dal lavoro di un altro, che piccoli o grandi gruppi di persone seguano questo o quello, ma resta il fatto che l'innovatore, l'originale, l'anticonformista il più delle volte è solo.
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