giovedì 19 aprile 2012

Quando arrivarono gli alieni

Frammento tratto da un testo di Gherardo Bortolotti

45. Dai documenti risultava evidente che diversi strati della popolazione erano ossessionati da un costrutto metafisico complesso e implicito, denominato “salario”, la cui estensione concettuale innervava le giornate dei singoli, il loro sovrappensiero, le ore di inazione che precedevano il sonno – dedicate per lo più a fruizioni coatte di eventi semiotici complessi, come notiziari, reality show, programmi di satira politica. Il medesimo costrutto parassitava i processi cognitivi, in modo tale che anche i livelli biologici degli individui venivano corrosi nel corso tempo, logorati dalla continua rielaborazione di un concetto mostruoso, sordido, inesauribile. Il gesto di aprire una porta, quello di accarezzare il figlio, erano segnati, negli immediati paraggi spazio-temporali, da una sbavatura livida, da un sistema di sottili estensioni di senso, simile a una muffa filamentosa che si riannodava, attraverso le pieghe quadridimensionali del mondo, alle mattine in tangenziale, alla cessione della propria forza-lavoro, alle pause sigaretta sul retro di edifici prefabbricati della prima fascia periferica.

19-4-2012, su Nazione Indiana

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